Breve storia della Cassa Rurale - Cento ma non li dimostra
Nell’accostarci alle origini della centenaria Cassa Rurale di Mozzanica, è imprescindibile un accenno alle molte illusioni createsi nel popolo italiano dopo la vittoria conseguita nel 1918 sull’Impero austro-ungarico; tanto che la vittoria fu ribattezzata la Vittoria Mutilata.
Dopo le sofferenze della guerra gli italiani si ritrovarono a fare i conti ogni giorno con la povertà, la miseria e la fame, con troppi doveri da compiere e pochi diritti da esercitare.
E la situazione di Mozzanica non poteva certo apparire diversa da quella di tanti altri paesi della Bassa bergamasca, come di gran parte dell’Italia agli albori del fascismo.
Anche tra la nostra gente serpeggiava il malcontento e covava la protesta e, sempre un maggior numero di disperati guardava con speranza al nascente movimento socialista.
Fu così che il parroco del tempo, don Luigi Savi (1876-1924), e il suo vicario, don Gaspare Paltenghi (1884-1959), compresero che bisognava agire subito e in fretta. Si doveva innanzitutto eliminare il fenomeno dell’usura, arginare l’emigrazione, trovare finanziamenti a basso tasso d’interesse e locazioni agevolate per le famiglie in difficoltà.
Nobili scopi e ideali, ispirati alla solidarietà e mutualità, che si rifacevano all'enciclica Rerum Novarum promulgata dal papa Leone XIII nel 1891.
Fu proprio per raggiungere tali obiettivi che nacque l’idea di costituire la Cassa Rurale. La prima riunione esplorativa con lo scopo di illustrare i vantaggi e l’utilità della Cassa Rurale si tenne il 26 gennaio 1920.
Ma fin da subito il progetto incontrò numerose opposizioni, sia da parte dei proprietari terrieri che non ne sentivano la necessità, sia da parte di parecchi contadini non ancora sensibilizzati all’azione cooperativistica.
Alla fine del mese di febbraio del 1920 nacquero in paese alcune dimostrazioni di piazza che contrapponevano padronato agricolo e contadini.
A pagare incautamente le spese di questa difficile situazione fu don Paltenghi, che in questo affaire si era volontariamente proposto quale paciere nella complessa controversia.
Alcuni giornali arrivarono a pubblicare articoli che presentavano don Paltenghi come un prete rivoluzionario e un arruffapopoli. Queste calunnie e maldicenze colpirono profondamente l'animo del generoso sacerdote, il quale dovette di conseguenza ritirarsi dal suo ruolo di paciere e farsi in disparte.
Il parroco don Luigi Savi e il suo coadiutore don Gaspare Paltenghi, però, non vollero rinunciare al progetto di fondare la Cassa Rurale.
Tornata momentaneamente la calma, domenica 1 agosto 1920, nella sacrestia della chiesa parrocchiale di Mozzanica, il parroco, dieci contadini, due mugnai e un calzolaio, diedero finalmente vita alla Cassa Rurale di Mozzanica.
L’atto costitutivo della «Società Cooperativa in nome collettivo, denominata Cassa Rurale di Mozzanica», venne redatto in forma solenne il 2 settembre 1920 a Romano di Lombardia, davanti al notaio Francesco Nosari e alla presenza dei quattordici soci fondatori: Costantino Baita, Giulio Bergamaschi, Giuseppe Colpani, Luciano Colpani, Pietro De Angeli, Giuseppe Franzosi, Valerio Ghilardi, Francesco Magni, Giovanni Manzotti, Giacomo Minuti, Eugenio Piana, Antonio Raimondi, Giovanni Raimondi e Luigi Savi.
Il primo consiglio d'amministrazione risultava così composto: Antonio Raimondi (presidente); Costantino Baita (vice presidente); Eugenio Piana, Francesco Magni, Giacomo Minuti, Giuseppe Franzosi, Valerio Ghilardi (consiglieri); Giulio Bergamaschi (capo sindaco); Giuseppe Colpani, Giovanni Manzotti (sindaci effettivi); Pietro De Angeli, Giovanni Raimondi (sindaci supplenti).
Lo scopo della Società era il miglioramento morale ed economico dei suoi membri, escluso qualunque fine politico. La quota sociale era fissata in 15 lire pro capite.
In due piccole stanzette poste al primo piano del palazzo Scartabellati (ex oratorio femminile), il 7 gennaio 1921 aprì lo sportello della Cassa e cominciò l'acquisizione di nuovi soci, dei primi depositi fruttiferi e, l’11 febbraio dello stesso anno, la concessione del primo prestito dell’importo di mille lire.
Erano anni difficili, segnati dall'usura, quelli che seguivano la prima guerra mondiale e, il piccolo prestito ottenuto, dava tranquillità alla famiglia la quale poteva così permettersi l'acquisto delle sementi e del bestiame a condizioni di maggior favore rispetto a quelle praticate normalmente sul mercato.
I beneficiari dei prestiti erano tutti i soci. Negli anni seguenti la costituzione della banca si contarono sino a 120 soci, in massima parte agricoltori. L'agricoltura era infatti pressoché l'unica risorsa disponibile in un paese povero di mezzi, ma ricco di braccia.
Dal 1932 potevano far parte in qualità di socio delle Casse rurali soltanto gli agricoltori e gli artigiani; una deroga, tuttavia, concedeva la partecipazione anche di soci non appartenenti alle categorie sopra menzionate, purché non superiore ad un quinto del totale dei soci.
Erano anni sicuramente non facili e la vita della Cassa Rurale – guidata dai presidenti Antonio Raimondi, Costantino Baita e Luciano Colpani – proseguiva la sua opera benefica anche se, purtroppo, limitata dagli scarsi mezzi finanziari disponibili. La necessità di credito era particolarmente sentita e si sopperiva concedendo non molto ai tanti che ne avevano bisogno. Non sempre le cose andavano per il meglio, ma si operava per la sopravvivenza della istituzione societaria, in attesa di tempi migliori.
Negli anni 1932, 1934 e 1937 l’ordinamento delle Casse rurali fu oggetto di alcune modifiche che le sottoposero ad una normativa specifica. La più appariscente delle quali riguardò la denominazione sociale: nel nostro caso mutò da Cassa Rurale di Santo Stefano a Cassa Rurale ed Artigiana di Mozzanica, e questa nuova denominazione rimase invariata dal 1938 al 1994.
Il secondo dopoguerra sarà un periodo importante e decisivo per le sorti e il futuro della nostra Cassa Rurale.
I depositi fiduciari raggiunsero alla fine dell’anno 1946 la cifra di 22 milioni di lire, necessaria premessa per lo sviluppo futuro della Cassa. Il 1947 fu un anno di vera svolta: un inaspettato ma provvidenziale premio di 2 milioni di lire sui buoni del Tesoro quinquennali, rese possibile l’acquisto dell’area da edificare e l’inizio dei lavori per la costruzione di una sede propria in via Umberto I, all’angolo con il vicolo Nuovo. La nuova sede, edificata in breve tempo, venne inaugurata nel mese di agosto del 1948.
La Cassa Rurale era l’unica banca in loco, pertanto anche chi non era socio era invogliato a depositare i propri risparmi e ad usufruire dei vari servizi bancari all’epoca disponibili.
Negli anni della ricostruzione post bellica – sotto la guida dei presidenti Remigio Ceresoli, Francesco Robecchi e Gerolamo Dognini, coadiuvati dal direttore Edoardo Ceresoli – i risparmi depositati presso la banca crebbero notevolmente, raggiungendo 34 milioni di lire nel 1950 e 176 milioni di lire nel 1960.
Anche negli anni del miracolo economico – sotto la guida dei presidenti Luigi Moretti, Carlo Dognini e Lino Rossini – il trend proseguì e i depositi raggiunsero nell’anno 1970 la somma di 1.294 milioni di lire e, nell’anno 1980, raggiunsero la somma di 8.892 milioni di lire.
Sempre con il vento in poppa – alla guida del presidente Mosè Passoni – la banca nel 1990 raggiungerà la somma di 34.968 milioni di lire di depositi per giungere, al 31 dicembre 2002, anno dell’introduzione dell’euro, alla somma di 81.819 milioni di lire (corrispondenti a 42.256 migliaia di euro).
La Cassa Rurale ed Artigiana di Mozzanica nell'anno 1994, in applicazione della riforma bancaria e creditizia del 1993, ha modificato lo statuto societario e ha assunto la denominazione di Banca di Credito Cooperativo di Mozzanica.
Modifica sostanziale di questa riforma è la possibilità di diventare socio per chiunque operi nel relativo territorio di competenza.
Prima di chiudere questa breve carrellata di storia e di curiosità meritano di essere richiamate, almeno brevemente, due date significative: l'apertura della filiale a Fara Olivana con Sola avvenuta il 20 ottobre 1991 e l'inaugurazione della moderna sede di Mozzanica avvenuta il 20 dicembre 1992, poi adeguata ai nuovi standard tecnologici e di confort nell’anno 2012.