Da Federcasse
08/09/2015
Federcasse apprezza il parere del CESE sul ruolo delle banche cooperative
Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, apprezza il parere di iniziativa del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), pubblicato di recente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, sul ruolo delle banche cooperative e delle casse di risparmio nella coesione territoriale con proposte per un quadro di regolamentazione finanziaria aggiornato.
In estrema sintesi, il CESE ritiene che nella transizione in atto verso nuovi modelli di attività bancaria e non bancaria di natura finanziaria, sia indispensabile preservare la “biodiversità” del sistema finanziario senza che ciò implichi arbitrarietà nell’applicazione delle norme.
“Le banche in cui prevale il valore per l’azionista (shareholder’s value) - si legge nel parere - devono essere complementari, in modo efficiente, alle banche in cui prevale il valore per le parti interessate (stakeholder’s value) attraverso le attività all’ingrosso, al dettaglio e d’investimento. Soltanto in questo modo sarà possibile pervenire a un ecosistema finanziario stabile ed efficace, che contribuisca appieno allo sviluppo dell’economia reale”.
“Il problema principale – si legge ancora - continua a riguardare l’adeguata applicazione del principio di proporzionalità nella nuova regolamentazione bancaria (specialmente in rapporto alla direttiva sui requisiti patrimoniali — CRD IV, e al regolamento sui requisiti patrimoniali — CRR). Questo implica che bisognerebbe applicare i requisiti più stringenti alle banche che operano a livello globale, requisiti rigorosi alle banche paneuropee (che hanno carattere sistemico in Europa) e requisiti più flessibili alle banche nazionali e locali (garantendo un livello adeguato di protezione per il consumatore)”.
Mettendo in guardia dagli “effetti drammatici che il persistere della stagnazione e il rincaro del credito alle PMI e alle famiglie possono avere per il futuro dell’Unione europea”, il CESE ricorda poi il valore dell’esperienza bancaria cooperativa, significativa in tempi di crisi: “nessuna banca cooperativa – si legge ancora – è stata oggetto di una procedura concorsuale nella UE. Le banche cooperative detengono circa il 20% della quota di mercato in termini di depositi; in paesi come l’Italia, la Francia, la Germania e i Paesi Bassi finanziano tra il 25 ed il 45% dei prestiti alle PMI e la loro quota di depositi è aumentata in modo costante nel corso degli ultimi anni, fatto che costituisce un importante segnale di fiducia verso questo tipo di organismi”.
“Questo parere – ha sottolineato il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi – ci incoraggia a proseguire sulla linea di lavoro che seguiamo da anni anche in collaborazione con gli altri sistemi bancari cooperativi europei. Il nostro obiettivo è che si possa finalmente passare da una proporzionalità caso per caso ad una proporzionalità strutturata”.
In estrema sintesi, il CESE ritiene che nella transizione in atto verso nuovi modelli di attività bancaria e non bancaria di natura finanziaria, sia indispensabile preservare la “biodiversità” del sistema finanziario senza che ciò implichi arbitrarietà nell’applicazione delle norme.
“Le banche in cui prevale il valore per l’azionista (shareholder’s value) - si legge nel parere - devono essere complementari, in modo efficiente, alle banche in cui prevale il valore per le parti interessate (stakeholder’s value) attraverso le attività all’ingrosso, al dettaglio e d’investimento. Soltanto in questo modo sarà possibile pervenire a un ecosistema finanziario stabile ed efficace, che contribuisca appieno allo sviluppo dell’economia reale”.
“Il problema principale – si legge ancora - continua a riguardare l’adeguata applicazione del principio di proporzionalità nella nuova regolamentazione bancaria (specialmente in rapporto alla direttiva sui requisiti patrimoniali — CRD IV, e al regolamento sui requisiti patrimoniali — CRR). Questo implica che bisognerebbe applicare i requisiti più stringenti alle banche che operano a livello globale, requisiti rigorosi alle banche paneuropee (che hanno carattere sistemico in Europa) e requisiti più flessibili alle banche nazionali e locali (garantendo un livello adeguato di protezione per il consumatore)”.
Mettendo in guardia dagli “effetti drammatici che il persistere della stagnazione e il rincaro del credito alle PMI e alle famiglie possono avere per il futuro dell’Unione europea”, il CESE ricorda poi il valore dell’esperienza bancaria cooperativa, significativa in tempi di crisi: “nessuna banca cooperativa – si legge ancora – è stata oggetto di una procedura concorsuale nella UE. Le banche cooperative detengono circa il 20% della quota di mercato in termini di depositi; in paesi come l’Italia, la Francia, la Germania e i Paesi Bassi finanziano tra il 25 ed il 45% dei prestiti alle PMI e la loro quota di depositi è aumentata in modo costante nel corso degli ultimi anni, fatto che costituisce un importante segnale di fiducia verso questo tipo di organismi”.
“Questo parere – ha sottolineato il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi – ci incoraggia a proseguire sulla linea di lavoro che seguiamo da anni anche in collaborazione con gli altri sistemi bancari cooperativi europei. Il nostro obiettivo è che si possa finalmente passare da una proporzionalità caso per caso ad una proporzionalità strutturata”.